VITTIME
TERZA PARTE
LA SVASTICA SULLA LUNA
Gli artigli di Maddicks lo
ancorarono alla parete, mentre alle sue spalle i pipistrelli si attaccavano
alle sue ali. Come piccoli kamikaze affrontavano la morte, sapendo che le loro
carcasse avrebbero bloccato i motori del jet pack. Senza possibilità di manovra
sarebbe diventato un bersaglio più facile per quello sciame nero.
Il braccio con cui si teneva al
metallo, sostenendo tutto il peso del corpo, iniziava a fargli male Con l'altro provava a centrare i pipistrelli
con il laser, ma la poca luce del suo elmo gli offriva solo uno scenario di
tenebre brulicanti e occhi rossi.
Più in basso il Demone delle
lacrime si proteggeva allo stesso modo usando una lama per scendere come uno
scalatore al contrario, mentre l'altra la mulinava creando un vortice con cui
disperdeva i pipistrelli, facendoli sbattere mortalmente contro la parete del
tunnel.
Moon Knight giocò invece la carta
degli ultrasuoni, sapendo che il senso radar sensibile di quegli esseri sarebbe
stato scosso dalla sua mezzaluna speciale.
Appeso al rampino, protetto dal
suo mantello contro gli assalti dei piccoli diavoli volanti, tolse dalla cintura
l'arma e poi la innescò.
L'onda sonica iniziò a
diffondersi, i pipistrelli si trovarono ciechi nel buio e colpiti dalla luce
potente del visore di Moon Knight iniziarono a volare in circolo, sbattendo tra
di loro.
Confusi diedero al terzetto l'opportunità
di scendere più in fretta.
Moon Knight raggiunto Maddicks lo
aiutò a liberarsi dai cadaveri fermati dalle sue ali meccaniche.
Dall'alto i pipistrelli
precipitavano senza più la guida dei loro sensi. Moon Knight sentì i tonfi in
basso. Capì da quei suoni che erano vicini a toccare di nuovo terra. Il Demone
richiamò le spade. Entrarono in lui e balzò nelle tenebre. Toccò il fondo del
pozzo, subito raggiunto dagli altri.
La luce del cavaliere lunare
illuminò un tratto fognario, c'era uno scolo in alto da cui uscivano liquami
come una lingua verdastra.
Dovevano camminare nel
fiumiciattolo maleodorante che si allungava in avanti. L'odore stagnava
insopportabile compresso tra le pareti ad arco, la stessa pietra trasudava un
puzzo terribile e solo i filtri nasali di Moon Knight e Maddicks permisero ai
due di non vomitare dentro le loro maschere. Il Demone sentiva un altro odore,
quello della preda e iniziò a correre leggiadro nei liquami.
Alcuni pipistrelli superstiti
volarono sopra le loro teste diretti nella stessa direzione.
Come poteva Barbie essere ancora
vivo? La domanda rimossa dall'urgenza dell'azione stava tornando a mulinare
nella testa di Marc.
Ed era sporca come l'acqua che
schizzava sotto i suoi stivali rinforzati, come la bava densa e verde che
filtrava dalle grate in rivoli che finivano dentro la fogna principale.
Qualcuno aveva permesso a quel
mostro di sconfiggere la morte? Era la soluzione più semplice e credibile in un
mondo in cui nessuno rimaneva morto per sempre e il progresso scientifico era
spesso servito a nascondere orribili violazioni alle leggi fondamentali della
natura.
Maddicks sembrava sintonizzato
sulla stessa frequenza.
-Cosa credi ci faccia Barbie qui
sotto? Sta pianificando un nuovo Reich, quale sarebbe? Il quarto il quinto? Ho
perso il conto...
Moon Knight rispose con parole che
suonarono come un ringhio d'accusa.
-Bel tentativo, ma con me non
attacca. Siamo stati entrambi complici di quel nazista. Non so come abbia fatto
ad evitare la tomba, ma lo prendo come un segno del destino. Non potremo
rimediare ai nostri errori ma fargli pagare i suoi crimini si. Vederlo piangere
sangue, sarà comunque un modo per alleviare un poco il nostro senso di colpa.
-Vedo che non ti è bastato saltare
dall'altra parte della barricata, vestirti di bianco per non sentire più i
morsi del passato.- Maddicks non riusciva ancora a credere che di fianco a lui
ci fosse il suo vice Marc Spector.
Tutto avrebbe pensato, ma non che
sarebbe diventato un eroe mascherato. Si poteva dire lo stesso di lui che aveva
smesso i panni del mercenario prezzolato per indossare quelli del super
criminale Averla Assassina.
I due amici, un tempo uniti sotto
l'unica bandiera verde del dollaro, tornavano dopo anni fianco a fianco a
combattere la stessa battaglia.
Il demone li aspettava in una
stanza circolare dove diversi scoli gettavano i loro rifiuti dentro una grande
pozza scura che ogni tanto ribolliva anche se sembrava impossibile che qualcosa
vivesse lì dentro.
Non sembravano esserci altri
passaggi e le uniche uscite da quel vicolo cieco erano i budelli oltre le
griglie metalliche da cui scivolavano gli scarichi della città di New York.
Non importava la provenienza lì
tutto galleggiava, sprofondava e puzzava in modo uguale. Mentre in alto tra i
palazzi scintillavano le diseguaglianze, lì nel ventre della metropoli no.
Davanti alla giustizia non sempre
si è tutti uguali ma nelle fogne si.
-Un vicolo cieco. Dobbiamo tornare
indietro e scoprire se c'è qualche passaggio nascosto. Ce n'è sempre uno.-
l'idea di Maddicks non venne accolta dagli altri che pensavano invece che ci
fosse un modo per proseguire da lì la caccia.
Il fatto che il Demone non
percepisse più il nazista poteva significare che aveva trovato un luogo dove
nemmeno gli spiriti vendicativi potevano raggiungerlo.
Ma Moon Knight non contava sulla
magia, lui poteva affidarsi alla tecnologia.
Il suo visore aveva un sacco di
qualità e una di queste era lo zoom incorporato con cui trasformava il suo occhio in quello di un
falco.
Poteva scorgere dettagli
impossibili da notare. Fu così che perlustrando con lo schermo a raggi
infrarossi la pozza e in alto le griglie, scorse qualcosa che lo fece
sorridere. Si sentì come Pollicino
quando trovò le molliche di pane nel bosco.
-Seguitemi. Dobbiamo salire fino a
quella griglia. Il cadavere di uno dei pipistrelli è bloccato tra le sbarre.
Sono sicuro che quegli animali stavano tornando dal padrone e quello morendo ci
ha indicato la via.
-Ottimo si continua a strisciare e
questa volta letteralmente. Spero che tu abbia a casa dei ricambi per quel
costume. Il bianco è un colore impegnativo.
L'Averla disse questo e poi fiondò
un colpo con gli artigli nella parete, sentì il liquido sporco scivolare sul
muro. Scorreva dentro alcune crepe prima di gocciolargli addosso.
Lo ignorò e iniziò a scalare la
parete usando le unghie come picchetti. Il rampino di Moon Knight attraversò
l'aria e uncinò una delle sbarre.
Il Demone rimasto silente si
proiettò in alto sfruttando la sua agilità soprannaturale.
Un balzo a metà del muro per poi
prendere lo slancio fino in cima.
Quando arrivarono tutti Maddicks
calciò in basso il cadavere rivelatore del pipistrello e iniziò a segare con il
laser le sbarre.
Una volta creato un quadrato dai
bordi infuocati lo spostò gettandolo nelle fogne. Lì il metallo si inabissò
come se qualcosa, sotto la superficie malsana, lo tirasse giù.
Il passaggio non permetteva di
camminarci dentro, bisognava inginocchiarsi e proseguire. Il Demone guidò il
gruppo lungo quell'intestino di mattoni fino a quando questo non sbucò in una
stanza circolare simile alla precedente.
Questa volta però la pozza sul
fondo era svuotata quasi del tutto, nei pochi cm di acqua putrida crescevano
dei rampicanti giallastri che si estendevano lungo i bordi di quella che
sembrava una piccola piscina.
In un punto erano più presenti
come ad indicare qualcosa. In effetti lì, al centro, si attorcigliavano intorno
ad un pezzo di ferro.
Il Demone lo liberò da quelle
erbacce scoprendo che si trattava di una svastica. Il simbolo del più oscuro
angolo dell'animo umano non poteva che nascondersi lì sotto quello strato
vegetale marcio.
Era la maniglia della botola
sottostante.
Maddicks ne afferrò le punte e
iniziò a girarle, sfruttando la forza dei suoi guanti potenziati.
Un rumore simile ad un rigurgito
accompagnò l'ultimo giro e l'apertura a scatto del portello, rivelando un buco
se possibile ancora più scuro e profondo di quello che li aveva portati fino a
lì.
-Prima le signore soprattutto se
queste sono demoni vendicativi con una maschera di lacrime.
Scherzò Maddicks cercando di non
pensare a quando anche lui sarebbe dovuto scendere lì sotto.
***
Quando vide Frank Darabont che la avvicinava,
tenendo due dita sulla tesa del cappello a coprirsi un pezzo di viso, ma non i
suoi bei occhi neri, a Marlene sembrò di tradire Marc e pensò che non doveva
rivolgersi al detective della omicidi per la sua indagine privata.
Forse il subconscio aveva lavorato
per lei e in effetti senza quasi accorgersene aveva fatto il numero del
distretto di Frank e si era presentata come un amica di Moon Knight.
Marc gli aveva parlato bene del
nuovo poliziotto in città. Era un tipo fidato e lei in quel momento, sola nella
notte, aveva bisogno di lui, di un uomo che ci fosse per lei.
Temette dentro di se che Marc non
potesse più essere quella persona e un groppo in gola la prese facendola
singhiozzare sommessamente.
-Devo ammettere che se tutte le
amiche di Moon Knight sono come lei appena torno a casa prendo ago e filo e mi
cucio un abito da super eroe.
Marlene non rideva per la battuta
di un uomo affascinante da un bel po' di tempo. Si sentì come avvolta da una
brezza calda e insieme alle sue labbra sorrisero i suoi occhi.
-La ringrazio...- disse cercando
di non sembrare una ragazzina sperduta bisognosa di affetto.
-Chiamami Frank.
-Marlene.
-Allora in cosa posso esserti
utile. Ammetto che la tua telefonata mi ha un po' sorpreso e incuriosito.
Marlene spiegò per sommi capi
quello che aveva scoperto.
-Non ho prove se non la lettera
lasciata in casa mia e il fatto che il “postino” è entrato senza problemi,
senza nemmeno prendersi la briga di far saltare la serratura.
-Dovevi rivolgerti subito alla
polizia. Come conosci Moon Knight?
Frank sembrava interessato a
quella risposta in un ambito non strettamente professionale. Aveva immaginato
che quella Marlene, damigella in pericolo, potesse essere la donna dell'eroe.
Marlene stava rimuginando
qualcosa, temeva di rivelare l'identità di Marc.
Frank le venne in soccorso. Quel
silenzio andava a sostenere la sua tesi sulla relazione tra la dolce biondina e
il cavaliere lunare. Era strano, l'aveva conosciuta solo da qualche minuto
eppure si sentiva geloso dell'eroe.
-Ho capito invece del principe
azzurro preferisci i cavalieri in bianco. - scherzò non riuscendo a
trattenersi.
-Più o meno, però mi piacciono
anche gli uomini in blu.
-In borghese va bene lo stesso?
Su quelle parole Marlene si girò
indicando l'edificio oltre il cancello di bronzo che stava alle sue spalle.
-Questa è la fondazione Arcana.
Nel tempo parecchi soldi della compagnia di cui sono vice presidente sono stati
offerti a questa struttura. Alcuni per beneficenza, altri per non precisate
ricerche storiche. Il problema è che quando uno cerca informazioni sulla
fondazione si trova nelle nebbie più fitte. Ho cercato di avere un appuntamento
oggi con il presidente, ma non c'è stato verso.
Frank stava iniziando a temere per
la sua carriera. Il discorso di Marlene aveva un sottofondo che parlava di
effrazione e intrusione in una struttura privata.
Frank si rese conto che, anche se
il suo io professionale gridava a gran voce di andarsene da lì, la speranza che
aiutandola potesse diventare per lei qualcosa di più del poliziotto amico, lo
spinse a sentire cosa aveva in mente.
-Lo so è da pazzi però io credo
che andando di giorno qui dentro non troveremo un bel niente. Sono capaci di
creare abili cortine di fumo per mascherare i loro affari. L'unico modo è
sbirciare dove non sarebbe possibile farlo, cercare qualcosa che possa essere
considerata una prova, magari un indizio su chi all'interno della Spectorcorp
sta drenando i soldi verso questa fondazione e perché?
-Quindi mi stai dicendo che vuoi
scavalcare il muro ed entrare? Lo sai che stai parlando con un poliziotto di
commettere un crimine. Un poliziotto, fra parentesi ancora piuttosto lontano
dalla pensione.
- Apprezzo il sacrificio. Anzi nel
malaugurato caso la polizia dovesse licenziarti privandosi di uno dei suoi uomini
migliori alla SpectorCorp c'è sempre bisogno di gente in gamba...
Frank sorrise.
-Ti farei da guardia del corpo...-
sull'ultima parola gli occhi dello sbirro comunicarono senza fraintendimenti il
tipo di protezione che intendeva offrire.
Marlene aveva capito il segnale e
non lo respinse anzi buttò un po' di benzina sul fuoco.
-Potrebbe essere, ma io sono una
vice presidente piuttosto paranoica, dovresti starmi addosso 24 ore su 24,
anche dormire in camera mia. Sul divano.
Frank intuì che non era rimasta
immune al suo fascino e mentre la seguiva sul retro del palazzo pensò a cosa
sarebbe successo se Moon Knight avesse scoperto che faceva il filo alla sua
bella.
Aveva già avuto un’esperienza con
un marito violento, ma questa volta stava mettendo le corna sul cappuccio
bianco di un super eroe. Era solo uno scherzo, non era nemmeno sicuro che
Marlene fosse la ragazza del cavaliere lunare però continuò a pensarci fino a
quando la donna non lo riportò alla realtà.
-Questo posto è tutto fuorché una
fortezza. Non ci sono allarmi né guardie. La notte è semplicemente chiuso.
-Forse perché dentro non c'è
niente da nascondere o proteggere. Mi sbaglio o fino ad un attimo fa eri
convinta del contrario?
Marlene non sapeva più cosa
pensare. Frank le faceva uno strano e piacevole effetto.
-Se facciamo un buco nell'acqua ti
offrirò un paio di ciambelle so che voi sbirri ne siete ghiotti.
-E io ho lasciato un sacco di foto
di orribili delitti per questo...
Il muro dietro era meno alto,
screpolato con dei punti in cui i mattoni rientravano offrendo appigli per
superarlo.
-Fuori le mani e aiutami a salire.
Lo so ti dispiace che non abbia la gonna, sarà per la prossima effrazione.
Marlene piantò il suo piede sui
palmi del poliziotto che poi le diede una leggera spinta aiutandola a prendere
il bordo del muro. Penzolava un po' sgambettando e Frank la aiutò spingendola
in su con un abile colpo ai glutei.
-Screanzato.- disse lei ora a
cavalcioni del muro. Scivolò dall'altra parte e Frank sottovoce cercò di
chiamarla.
-Tutto a posto. Ho solo preso una
botta sul sedere che ti è piaciuto tanto toccare.
Frank la raggiunse in fretta
dimostrando una notevole agilità. Una volta al suo fianco nel giardino della
fondazione disse.
-Cosa prevede adesso il tour?
***
-Mi chiamo Milo Warren è ho una
proposta per lei signor Brandt.
Gustav non si voltò neppure,
continuò a versarsi del succo nel bicchiere di plastica.
-Non vuole nemmeno stare a sentire
di cosa si tratta?- Milo insisté avvicinandosi a Brandt. Si trovavano in una
delle salette dove si riunivano gli alcolisti anonimi.
Brandt era lo sponsor di alcuni di
loro e dirigeva gli incontri settimanali. Dopo tanto tempo passato a cercare
l'equilibrio aveva trovato il modo di offrirne un po' a gente che aveva davvero
bisogno di ritrovare la rotta.
La gente non poteva sapere che la
voce, i gesti di Brandt erano calcolati al millesimo per infondere
tranquillità. Lui vedeva le persone come bilance, sapeva dove si trovava il
problema nella loro anima e offriva il peso giusto per riportare i piatti dello
spirito alla stessa altezza.
Quella sera la riunione si era
protratta per una mezz'ora in più e alla fine era rimasto solo Brandt a sistemare le ultime cose e chiudere il
posto. O almeno questo pensava prima di sentire la voce di Milo Warren.
-Non mi vuoi rispondere. E' strano
vedere un uomo che ha passato gran parte della sua vita in un nesso
dimensionale che ha colloquiato con Immortus e altri esseri spazio temporali
costretto a sentire le miserie esistenziali di persone che si sono perse in un
bicchiere di alcool. Hai ritrovato la vista solo per guardare negli occhi vuoti
questi derelitti?
Brandt si girò di scatto. Dopo
tanto tempo sentiva una crepa nel suo muro della calma. Era stato quell'uomo a
provocarla. Sapeva cose di lui che nessuno conosceva. Avrebbe voluto essere
cieco come un tempo per non dover fissare il ghiaccio vivo dello sguardo di
Warren. Nelle sue pupille vide affacciarsi un’ombra e sembrarono come astri
avvolti da un' eclisse.
-Cosa vuole da me signor Warren?
-Voglio che lei torni a sfruttare le
sue qualità. Ho qualcosa da offrirle. Un dono che le ridarà il ruolo che
merita. Voglio che sia al mio fianco quando l'eclisse abbraccerà il mondo.
Brandt doveva scappare. Provò a
farlo ma le porte gli si chiusero davanti. Conosceva le arti marziali imparate
dai preti di Pama. Sua figlia era Mantis, la guerriera e madonna celestiale, e
quello che sapeva glielo aveva insegnato lui.
Provò ad aggredire Warren con un
calcio, ma Milo lo scansò e rispose colpendolo al petto. Lo gettò all'indietro
contro le sedie disposte ancora in circolo.
-E' inutile lottare.- Milo tolse
dalla tasca un sigillo di giada con l'immagine dello Yin e dello Yang. Il caos
e la calma, il bianco e nero, il bene e il male.
-Questo è il tuo destino.
Brandt gridò come mai aveva fatto
in vita sua.
La mandibola fu quasi sul punto di
staccarsi, le contrazioni del corpo furono terribili e dopo quell'ondata di
puro, irrefrenabile, caotico dolore sopraggiunse la calma e la trasformazione.
Lentamente mutò mentre il sigillo
entrava dentro di lui. Una parte del viso divenne scura come se un' ombra
perenne lo attraversasse, l'altra invece si copri di un bianco accecante.
-Addio Gustav Brandt, benvenuto in
questa dimensione Mr Negativo.
Brandt si rialzò. Aveva i vestiti
laceri per l'esplosione di energia. Si guardò le mani una bianca e una nera
come il volto.
-Cosa mi hai fatto?- Brandt
resisteva al potere che lo stava possedendo. Milo attese solo qualche secondo.
-Una scossa di assestamento
spirituale. Adesso c'è solo Mr Negativo.
Il sorriso che si allargò sulla
bocca bianca e nera rassicurò Warren. Il suo piano poteva procedere e adesso
aveva un alleato prezioso nella sua lotta contro l'araldo del male del crudele
Konshu
***
Il teschio con i tentacoli
disegnato sul muro di metallo non lasciava spazio a dubbi. Quella era stata, e
forse lo era ancora, una base dell' Hydra.
Moon Knight pronunciò quel nome
mentre con la luce illuminava il simbolo del gruppo terrorista.
-Ci siamo finalmente, basta
tunnel. Questa è la nostra meta. Tutto inizia ad avere senso. Solo l'Hydra
poteva avere interesse e i mezzi per far “morire” Barbie e trovargli un rifugio
sicuro in uno dei suoi vecchi covi.
Anche Moon Knight sentiva vicina
la fine di quella pista.
-Se l'Hydra tiene qui i nazisti
invecchiati come delle bottiglie di vino, sicuramente aver fatto saltare
l'ingresso richiamerà le guardie della base.
-La nostra amica sente il sangue.
Non c'è modo di fermarla farà a Barbie quello che ha fatto alla porta.
Il Demone era rimasto quasi sempre
silente, ma adesso si era fermato davanti a loro, si era girato guardando lo
squarcio dove prima c'era metallo spesso parecchi pollici.
Aveva ragione l'Averla le vittime
volevano la vita del loro carnefice e gliel'avrebbero strappata dal corpo una
lacrima alla volta.
Una luce potente esplosa da dei
fari illuminò i tre. Due altoparlanti posizionati in alto iniziarono a
gracchiare e la voce famigliare di Barbie riempì l'anticamera di una stanza più
ampia che si trovava a pochi passi da loro.
Li invitò a raggiungerlo.
-Le visite inaspettate sono sempre
le più gradite. Accomodatevi. Non bastano i vostri costumi a nascondere le
vostre identità. Un tempo lo avrebbero fatto, ma adesso nessun segreto può
essere celato ai miei occhi e ai miei sensi. E' un piacere ospitare nella mia
umile e pensavo più segreta dimora due vecchi compagni d'armi come Marc Spector
e Simon Maddicks. Non ho invece il piacere di conoscere l'elegante forma
femminile che ha avuto il dubbio gusto di indossare quella brutta maschera, ma
spero di rimediare presto.
Attraversarono le grandi porte per
trovarsi in un salotto con alle pareti arazzi con svastiche finemente cucite,
drappeggi con i simboli dell'Hydra.
In alto pendevano delle gabbie con
dentro alcuni dei pipistrelli che li avevano ricevuti al loro ingresso nelle
fogne. Erano appesi a dei piccoli pezzi di legno. Era il luogo di un uomo che
non si rassegnava al presente e preferiva il passato.
Indossava la stessa divisa con cui
l'avevano visto all'opera, era evidente che da allora le macchie di sangue
erano aumentate e alcune erano così fresche da infastidire con il loro odore i
sensi del Demone delle Lacrime.
Quello che colpì di più i tre era
il suo viso, non più piagato dalla vecchiaia, ringiovanito. Il peso degli anni
era sparito. Per essere uno che secondo le cronache era morto il 25 settembre
del 1991 se la passava piuttosto bene.
Teneva in mano una bottiglia di
buon vino che versò in alcuni calici.
-Propongo un brindisi, ai vecchi
tempi che non muoiono mai.
-E' evidente che nemmeno il
diavolo ti ha voluto Barbie.- accusò Maddicks.
-Visto che ti piacciono i concetti
assoluti Simon diciamo che qualcuno o molto in alto o molto in basso ha scelto
per me un'altra strada.
-Fino ad ora. Non devi più stare
simpatico al tipo con il forcone se ha permesso che trovassimo il tuo
nascondiglio. Lo capisco dai tuoi occhi che sai bene quanto noi che la tua
storia finisce qui.
Maddicks caricò di energia il suo
artiglio. Barbie si produsse in un salto verso il soffitto dove si fisso con
un’agilità che non aveva nulla di normale.
La bottiglia e i bicchieri caddero
in terra e si ruppero mentre l'arazzo alle spalle, bucato nel centro, fu
l'unica vittima dell'attacco impulsivo dell'Averla Assassina.
Moon Knight guardò Barbie che si
muoveva come un ragno umano, le gambe e le braccia ad arco, con le giunture e
le ossa così malleabili che gli permettevano di piegarle all'indietro. Scese
lungo una colonna e una volta a terra riprese una posizione umana.
-I miei amici dell' Hydra non
hanno solo usato un clone, del dna skrull e un processo di invecchiamento per
fingere la mia morte, mi hanno dato una nuova vita. E' così inebriante essere
giovani e potenti.
Il Demone delle Lacrime estrasse
dalle mani una spada di anime urlanti, la lama puntata contro il nazista
vibrava di vendetta.
-Io sono l'araldo del dolore che
hai arrecato negli anni a migliaia di innocenti. Questa maschera è fatta delle
loro lacrime. Adesso sarai tu a piangere e a pagare le tue colpe.
Barbie rimase indifferente e
lasciò che le anime lo attraversassero.
Si sentì dilaniare la carne, ma
invece di gridare di soddisfare la sete di rabbia e vendetta scoppiò in una
risata che rivelò il suo segreto.
Nella bocca aperta in un ghigno
spaventoso comparvero due zanne da vampiro.
Moon Knight aveva finalmente la
sua risposta.
-Ecco com'è sopravvissuto
-Inebriante il dolore vivo e
mistico delle anime, ma inutile. Se fossi stato umano avrei sofferto così no.
Devo ammettere che quella maschera è assai interessante. L'Hydra potrebbe
ricavarne qualcosa di utile. Io sono la prova che le ricerche sul
soprannaturale sono continuate dopo la caduta di Hitler e hanno prodotto ottimi
risultati. Ovviamente non sono l'unico ad averne beneficiato. L'Hydra ha
salvato altri miei ex compagni.
-Scommetto che dietro alla tua
rinascita c'è un altro progetto super soldato. I tuoi amici hanno tante teste,
ma un'idea fissa.
-Non dovevo essere un nuovo
Capitan America. Nelle mie vene scorre un ritrovato genetico creato dal D.N.A
del vampiro Barone Sangue. L'Hydra ha prelevato i vecchi nazisti prima che
morissero e ha iniettato loro il siero. Non voleva che un patrimonio di
saggezza e malvagità si perdesse.
-Non soldati ma super nonni
nazisti.- chiosò Maddicks.
-Puoi avere tutti i poteri dei
vampiri, ma ne hai anche le debolezze.
Moon Knight disse questo ed
estrasse un bastone da cui scattò fuori una punta di legno.
-Per tua informazione non sei il
primo succhia sangue con cui ho a che fare ecco perché non esco di casa senza
un bel paletto di frassino.
Klaus allargò le braccia e
uscirono fuori delle membrane di tessuto organico. Alzò la testa ed emise un
suono stridulo, un richiamo, prima di alzarsi in volo.
-Non sei l'unico che può sbattere
le sue alucce.- Maddicks lo inseguì in alto e cercò di afferrarlo per
trascinarlo giù, ma uno dei drappeggi cadde improvvisamente rivelando una
gabbia scura enorme incassata nel muro.
-Dopo aver visto le qualità del
siero del Barone Sangue ho fatto un po' di esperimenti. Voi avete incontrato le
mie piccole cavie, ma è arrivato il momento di scoprire la mia creazione più
riuscita.
Moon Knight venne sbalzato indietro
da urla disperate, poi i volti di pipistrelli umani sbatterono contro le sbarre
e i loro arti pelosi e artigliati le afferrarono
Maddicks distratto da quegli
esseri si trovò addosso Barbie che, dopo aver affondato le dita nel jet pack,
lo strappò con forza dalla schiena del mercenario.
Solo la prontezza di riflessi di
Moon Knight impedì a Maddicks di spezzarsi sul pavimento della sala degli
orrori.
Il Demone estrasse il suo arco,
incoccò le frecce le cui punte erano forgiate nelle lacrime e nella vendetta.
Barbie rideva mentre evitava i dardi che sparivano una volta mancato il
bersaglio nel nulla
-Sei stata tu creatura infelice,
donna posseduta da chissà quale misteriosa entità a portare questi due nella
mia tana. Sento che è così. Posso quindi immaginare che ci sia anche tra noi un
legame.
Volò vicino alla gabbia e con un
colpo del dorso della mano staccò il pesante lucchetto aprendola.
-Scoprirò qual è strappando la
verità dal tuo corpo. In quanto agli sventurati che ti hanno seguito fin qui
nel mio inferno, loro diventeranno il pasto dei miei figli: i Baroni Sangue- e
riempì la stanza con il suono della sua sadica risata
***
La mano di Marlene arrivò a
stringere quella di Frank quasi inconsapevolmente.
Cercava un appiglio per farsi
coraggio, mentre entravano dalla porta sul retro della fondazione Arcana. Frank
rispose stringendogliela delicatamente. Si guardarono un attimo prima che le
loro dita si allontanassero di nuovo.
Il corridoio era deserto e l'unica
luce veniva dalle finestre filtrando dall'esterno. Avanzarono e Frank teneva la
mano sul calcio della pistola.
-Dove dobbiamo andare?- chiese
vedendo che il corridoio portava alla hall.
-Seguimi ci sono un paio di stanze
che di giorno rimangono sempre chiuse. Mi hanno raccontato la storia dei
magazzini aperti al solo personale, ma non possono credere che me la sia
bevuta.
Nell'ingresso l'insegna della
fondazione, una alfa inscritta in un triangolo, troneggiava sull'ingresso.
-Non ho mai sentito parlare di
questa fondazione- Frank lo disse avvertendo per un attimo una sensazione poco
piacevole.
-Non ama finire sulle prime pagine
anche se ha le mani in pasta in quasi tutti i grossi gruppi industriali e
bancari della nazione. Tiene un profilo basso e utilizza per lo più come
facciata beneficenze varie e sostegno a ricerche soprattutto nel campo
archeologico.
-Da quello che mi hai detto non si
accontenta solo dei finanziamenti alla luce del sole?
-No temo che sappia come estorcere
denaro ai potenti. Lo so vedendo questo edificio e tutto il resto non si
direbbe che in questi luoghi ci sia gente che trama per chissà quali oscuri
scopi... è così normale, sembra un ufficio pubblico.
Frank era d'accordo con
quell'impressione.
-Fin troppo normale e per
esperienza la cosa è ugualmente sospettosa.- non sapeva nemmeno lui se lo
faceva per dare corda a Marlene o se era davvero convinto di quanto diceva.
La sua speranza era che non
avrebbero trovato nulla e che la ragazza apprezzando il suo sostegno lo avrebbe
ricompensato con qualcosa di più di alcune parole maliziose.
Frank pensò questo e poi balzò
all'indietro come spaventato da qualcosa. Un gioco di ombre che sembrava aver
proiettato sul muro quella di qualcuno.
-Che ti è preso? Il super sbirro
ha paura del buio?
Frank si scosse e pensò tra se.
-Mi era sembrato di vedere
qualcosa.
E poi improvvisa come lo può
essere una folata di vento che entra da una finestra aperta sentirono un soffio
intorno a loro, un alito gelido che mosse i capelli di Marlene e sparse brividi
sulla schiena del poliziotto.
-C'è corrente.- giustificò
Marlene.
-Prima non abbiamo sentito niente.
-Non dire quello che stai
pensando. Ho avuto una vita per abituarmi ad un altro che aveva sempre
sensazioni strane e sentiva ovunque il pericolo.
-Un'altro?- replicò Frank ma non
ebbe il tempo di dire di più che il vento tornò a spazzare il corridoio e
questa volta lo colpì come una frustata lanciando la sua pistola sul pavimento.
Si tenne la mano bloccando il
sangue che usciva dal taglio sul suo dorso.
-Adesso non è più una dannata
sensazione. C'è qualcuno qui?
-Dobbiamo andarcene.- Marlene si
mise a correre spaventata senza che Frank potesse riuscire ad impedirle di fare
qualcosa di stupido.
Si trovò a sbattere contro un muro
invisibile e poi a finire a terra. Alzò gli occhi e vide il vento prendere la
forma di un uomo.
Frank cercò di afferrare la sua
pistola, ma quell'ombra d'aria gliela prese prima ancora che finisse di pensare
all'azione.
Videro la pistola in aria mossa da
mani velocissime. Aprirono il tamburo per togliere tutti i proiettili che poi
tintinnarono in terra.
-Chi diavolo sei?- gridò Frank
-Non diavolo, demone.
-Stai proteggendo i segreti della
fondazione?- domandò Marlene.
-Eri stata avvisata di non ficcare
il naso in cose che non ti riguardano ma sembra che il messaggio non sia stato
recepito. Ti dovrò sculacciare a folle velocità.
Rise mentre la sua forma ancora
vibrante divenne quella di un uomo in costume. Aveva una specie di casco con
degli occhiali rossi. La tuta aderente sul corpo mostrava il simbolo di un
fulmine sul davanti e sui guanti.
-E tu saresti un demone?- Frank
stava cercando il modo di uscire da quella situazione. I super criminali
potevano vestirsi in modo ridicolo, ma erano sempre a superiori a lui. Senza
pistola era solo un sacco d'allenamento di carne e ossa.
-Speed Demon. Il mio nome d'arte
anche se grazie alla fondazione adesso ho qualche motivo in più per chiamarmi
così. Uno dei quali lo scoprirete subito. Ho deciso che è meglio continuare la
nostra discussione e la vostra successiva sparizione in un altro luogo, molto
più inospitale di questo.
Marlene si pentì di non aver
avvisato Marc delle sue intenzioni.
In effetti con l'indagine sui
fondi scomparsi e il mistero della fondazione aveva scelto il momento peggiore
per prendersi una pausa di riflessione.
Speed Demon iniziò a muovere il
suo braccio destro a una velocità incredibile e dopo pochi istanti il tessuto
della realtà iniziò a sfilacciarsi. Sbucciò l'aria, la aprì rivelando una
specie di porta che si allargava nel corridoio.
-Grazie alla Fondazione e ad un
oggetto che mi hanno gentilmente donato posso vibrare attraverso le dimensioni
e accedere a quelle dominate dalla magia. Pronti ad un viaggetto di sola andata
nel vostro inferno personale?
Era una domanda retorica. Li
afferrò in un lampo e si gettò con loro dentro la spaccatura mentre Marlene
provava a dimenarsi.
Frank vide davanti a sé, nello
strappo aperto, cosa lo attendeva. Non solo, poteva sentire il caldo delle
fiamme dall'altra parte.
La risata di Speed Demon accellerò
come la sua corsa dentro l'inferno.
Continua...